Estate 2020: oltre 230 ore di musica live senza santi né eroi
17 Settembre 2020

In un’estate di incertezze, noi siamo ripartiti rispettando le regole che la pandemia ha imposto.
Siamo stati i primi a dichiarare che in estate non ci saremmo fermati. Lo abbiamo fatto insieme agli artisti del nostro roster che rispetto alle regole imposte potevano essere in tour.
Abbiamo rinunciato alle imponenti scenografie, a tutto quello che fa da contorno a uno spettacolo, riportando al centro la musica, era l’estate giusta per farlo perché nessun effetto speciale sarebbe stato più potente dell’emozione di tornare a fare musica dal vivo, un’emozione condivisa con il pubblico. Ed è stata proprio la musica la protagonista dei tour che si sono svolti durante questa estate, la musica e i suoi lavoratori. Né santi né eroi, solo persone che sono tornate a fare un lavoro che amano, con la passione e la professionalità che li contraddistingue. Nessun evento patinato, nessuna retorica stantia, solo la musica, il lavoro che abbiamo scelto e per il quale anche quest’anno abbiamo deciso di impegnarci, contro ogni previsione e contro ogni aspettativa.
La produzione di un concerto mette in moto una macchina organizzativa complessa che comprende – oltre agli artisti – musicisti, tecnici, autisti, local promoter, service, fotografi, uffici stampa, agenzie di comunicazione, personale impiegato sul posto, alberghi, ristoranti, agenzie che si occupano di noleggiare auto e mezzi per gli spostamenti.
Abbiamo prodotto 118 concerti, coinvolgendo 14 artisti e 56 musicisti, 83 tra tecnici e crew Otr e circa 4000 persone in tutte le produzioni locali attivate sul posto per ogni evento.
Abbiamo occupato 1273 camere d’hotel e consumato oltre 7000 pasti, preso 165 treni e 136 aerei, abbiamo noleggiato 42 mezzi su ruote e percorso oltre 200.000 km, per un totale di oltre 230 ore di musica dal vivo.
Sono successe cose importanti in questi ultimi mesi: ci siamo scoperti comunità e ci siamo fatti trovare preparati rispetto alle regole; siamo riusciti ad affermare che la musica è lavoro e non è una macchina che può fermarsi. Dopo questa esperienza ci sentiamo pronti ad affrontare il futuro, qualsiasi forma abbia. Quello della musica dal vivo, come settore, merita rispetto e fiducia, ce la siamo guadagnata “sul palco”.